Slow Metabolism by Valeria Carrieri

mostra a cura di ife collective in occasione di Meeting Gardens Festival * radicrille, all'interno del progetto Meeting Gardens. Practicing the rural through art and care for sustainable and inclusive perspectives, nell'ambito e con il sostegno del Corpo Europeo di Solidarietà
19-26 ottobre 2024
Biblioteca la Vigna, Vicenza

La mostra Slow Metabolism di Valeria Carrieri prende il nome da una serie di sculture nate da un evento fortuito, in un periodo di forte cambiamento per l’artista. L’evento in questione è la caduta di una civetta dal ramo di un albero nel giardino della Fondazione Lac o Le Mon, San Cesario (LE), in occasione della residenza Simposio di Pittura. All’oasi di recupero della fauna selvatica, si scoprì che era una femmina adulta, che stava bene e forse - visto che le civette dormono di giorno - aveva solo fatto un brutto sogno. L’identificazione in quella civetta portò l’artista a immaginarne una scultura che, con la collaborazione dell’artista Luigi Presicce, assunse una forma metamorfica con motivo simile a quello delle pigne nella ceramica tradizionale del sud d’Italia.
Consapevole che il processo di metabolizzazione del dolore dato dal periodo che stava passando sarebbe stato lento, Carrieri ha così associato alla civetta due figure legate alla lentezza: la tartaruga e la lumaca.
I processi metabolici rappresentano un complesso di reazioni tra organismi e sostanze, che scatenano una serie di movimenti di distruzione, accrescimento e rinnovamento, un insieme di sviluppi, non lineari, all’interno di contesti interiori ed esteriori, visibili e invisibili. (...)
Slow Metabolism di Valeria Carrieri è il tentativo di svelare, associare e combinare questi processi affrontandoli in un’ottica fatta di stratificazioni e risonanze di corpi ibridi, movimenti micro-macro, interiori-esteriori di digestione plurale, in cui le opere vanno scovate tra i meandri più atipici delle sale della Biblioteca La Vigna.


Scopri qui il foglio di sala Slow Metabolism di Valeria Carrieri
Foto di Giulia Capraro

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