Vira e Intimate gardens
Con Chiara Prodi e Zoë De Luca Legge
a cura di ife collective in occasione di Sottosopra Festival
15.09.2024
Giardini nord-est del Castello di Castelfranco Veneto (TV)
Il giardino si offre, con le sue materie, a noi e agli esseri non-umani per trasformarci tuttə in comunità di cura interspecifica. Scendiamo nel profondo delle relazioni che possono intercorrere tra le forme di vita per indagare punti di vista fluidi e alternativi della nostra co-esistenza.
ife collective, accogliendo lo slancio di Sottosopra di proporre alternative, visioni ibride, capovolte e immaginative che possono farsi largo dal giardino inteso come luogo critico di relazioni, ha invitato l’artista Chiara Prodi e la curatrice e scrittrice indipendente Zoë De Luca Legge per una pratica e un dialogo condiviso, in occasione di Sottosopra Festival ai giardini nord-est del Castello di Castelfranco Veneto.
Chimica, alchimia, raccolta e trasformazione hanno dato vita a VIRA, laboratorio di tinture vegetali con Chiara Prodi. Diversi elementi del paesaggio hanno permesso di tingere dei tessuti in fibra organica, scoprendo le varie possibilità che gli elementi vegetali possono offrire, sperimentando colori, mordenti, pieghe e intensità. Un piccolo ricettario base per mescolare colore, radici, acqua e fuoco è quello che è rimasto a tuttə lə partecipanti insieme ai foulard pregni di essenze del paesaggio, con l’augurio di integrarlo con nuove pozioni e pratiche conoscitive del mondo vegetale.
Da qui, Intimate gardens ha esplorato le dinamiche tra essere umano e giardino, attraverso un dialogo aperto con ife collective e Zoë De Luca Legge, a partire dalla rivista Hedera che si propone di esplorare la convergenza di tematiche transfemministe, ambientaliste e interspecifiche nell'ambito della teoria e dell'arte. Come può questa relazione influire sulla percezione del mondo e sul nostro posizionamento in relazione alle altre forme di vita?
Foto di Andrea Tiatto
HEDERA vol. I
Edited by Zoë De Luca Legge
Design by Paola Bombelli
Photos by Monia Ben Hamouda







